Casa semindipendente in vendita gubbio 31911046-90
VIA BOTTAGNONE, 45 Gubbio, PG, 06024 Gubbio, Provincia di Perugia
Descrizione dell'immobile
GUBBIO - VIA DEL BOTTAGNONE "LA DIMORA DEL CONTE" Fin dall'ingresso si respira un'aria armoniosa... elegante! è come rivivere il passato ogni cosa al suo posto. varcando il portone troviamo un'anticamera con appendiabiti dove, sia il proprietario che gli ospiti potranno riporre i loro soprabiti, per poter poi accedere comodamente nello splendido salone a gustarsi un buon vino, in uno spazio arioso dai soffitti alti, faretti e decorazioni. troviamo poi una piccola cucina con caminetto, adiacente ci sono ben tre camere da letto, con una comoda scala in legno interna si accende al primo piano, dove ci accoglie con un bel salotto, una sala, una cucina ed un bagno; al terzo piano troviamo invece una camera con bagno dotato di doccia, mentre al quarto piano c'è l'ultima camera. infissi in legno con scuri, riscaldamento a GPL, ristrutturata facciata in pietra e rifiniture in legno, in questa casa fa da padrone il legno. Gubbio è la città degli artigiani! dalle finestre delle camere si gode di un panorama mozzafiato, si ammirano le montagne, la città di Gubbio raggiungibile in pochi minuti, l'albero di natale e tante altre bellezze, vicino a tutti i servizi principali. Completa la proprietà un bellissimo e grande giardino dotato di pozzo, illuminazione e ingresso privato. Vi consiglio di guardare attentamente le foto e fissare un'appuntamento. TRE OTTIMI MOTIVI : 1 ADATTA PER FAMIGLIE NUMEROSE 2 GESTIRCI UN'ATTIVITA' TURISTICA 3 DIVISIBILE IN DUE APPARTAMENTI 4 DIMORA DEL CONTE SI TROVA NEL CUORE VERDE D'ITALIA UNICA NEL GENERE PER ELEGANZA E STILE TIPICO GUBBIO Gubbio (PG) Ridente cittadina medioevale dell'Umbria che conserva ancora le caratteristiche del Tempo, tra prodotti tipici locali e antichi mestieri lontano dalla caos del traffico delle grandi città, varie le manifestazioni, che durante l'anno rievocano tempi medioevali e rassegne d'arte, oltre alla presenza di monumenti, Chiese affreschi importanti di Pittori dell'epoca. Gubbio è la città dove San Francesco parlò al lupo, la città dell'albero di natale più grande al mondo, i ceri le montagne per escursioni, Gubbio non è solo una città per vacanze ma per vivere, 30 minuti da Perugia, 30 minuti dal mare, collegata bene con i più importanti capoluoghi umbri e non, GUBBIO E' STORIA una cittadina da vivere nella quotidianità, Gubbio è pace armonia tra la magia di colori che ad ogni stagione cambiano. La città di Gubbio è strettamente legata alla storia di san Francesco, in particolar modo a un evento della sua vita citato nel XXI capitolo dei Fioretti di san Francesco, cioè l'incontro con il "lupo" avvenuto nei pressi della chiesa di Santa Maria della Vittoria, detta della Vittorina; l'episodio miracoloso è uno dei più conosciuti al mondo e sulla veridicità storica si è dibattuto a lungo: è possibile che il lupo, o la lupa, sia metafora di un bandito riconciliato con la città da Francesco, ma molti studiosi parlano di un animale vero. A Gubbio, Francesco si rifugiò dopo essersi allontanato da Assisi, trovando asilo presso la famiglia degli Spadalonga, e proprio qui avvenne la vera conversione, in quanto l'aver vissuto insieme ai poveri e ai lebbrosi del posto cambiò radicalmente la sua vita. Proprio per questo motivo, la città è attraversata da diversi sentieri percorsi ogni anno da migliaia di pellegrini, tutti nel nome del santo. Uno di questi è chiamato il cammino di Assisi. Libero comune Palazzo dei Consoli Ceduta alla Chiesa con le donazioni di Pipino il Breve e Carlo Magno, la città, pur assoggettata ai vescovi, si costituì in Libero comune di fazione ghibellina e, nell'XI secolo, iniziò una politica espansionistica. Distrutta Luceoli, posta sulla via Flaminia nei pressi dell'odierna Cantiano, il suo vasto territorio fu inglobato in quello eugubino e, in posizione più strategica, fu fondata Pergola (poi città autonoma dal 1752). La creazione di Pergola fu considerata pericolosa dalla vicina città di Cagli, che già si sentiva minacciata da Gubbio, in quanto gli eugubini avevano ottenuto la concessione imperiale sullo strategico castello di Cantiano, controllando di fatto, agevolmente, i collegamenti sulla via Flaminia; ne nacquero una serie di scontri che coinvolsero, in forza delle alleanze promosse dai cagliesi, anche Perugia. Le continue guerre di confine portarono Gubbio ad avere più di cento castelli sotto il suo dominio ma, nello stesso tempo, ad entrare in forte conflitto con Perugia, allarmata dal suo espansionismo. Nel 1151 undici città confederate, capeggiate da Perugia, attaccarono Gubbio con l'intento di spazzarla via. La città resse all'urto e il seguente contrattacco portò ad una schiacciante vittoria degli assediati. L'evento fu attribuito all'intervento ritenuto miracoloso di sant'Ubaldo (1080-1160), allora vescovo della città. La potenza militare e commerciale che Gubbio andava sempre più ostentando portò ad altri scontri con Perugia, finché nel 1257 i perugini occuparono parte dei territori eugubini, che furono poi restituiti con il trattato di pace del 1273. Via Dante Alighieri Nel X secolo Gubbio prosperò in pace, crescendo dal punto di vista sia urbanistico, sia economico, sia demografico. Nel 1263, i guelfi presero il potere, che detennero fino al 1350 tranne brevi parentesi, come quando, nel 1300, Gubbio fu occupata dalle truppe ghibelline del conte di Ghiacciolo (Uberto Malatesta) e di Uguccione della Faggiola. Infine, caduta sotto la signoria di Giovanni Gabrielli, nel 1354 fu assediata ed espugnata dal cardinale Albornoz, legato pontificio, che l'assoggettò alla Chiesa concedendo, però, alla città gli antichi privilegi e statuti propri. La pace fu di breve durata poiché il governo pontificio non mantenne le promesse fatte dal cardinale Albornoz: gli eugubini nel 1376 insorsero e instaurarono un autogoverno. La forza dei cittadini veniva dalle loro organizzazioni, le Corporazioni delle Arti, tra le quali quella dei Fabbri fu la madre di tutte le altre in quanto forniva «gli utensili necessari a tante altre»: falegnami, contadini, muratori e lapicidi, artigiani della lana, calzolai, barbieri, macellai, mobilità.[5] Il Breve dei Fabbri di Gubbio (1346) è il più antico dell'Alta Umbria e l'unico consultabile in originale.[6] Pochi anni dopo, nel 1381, il vescovo Gabriello Gabrielli, appoggiato dal papa, si autoproclamò signore di Agobbio, nome medioevale di Gubbio, provocando la ribellione dei cittadini che, ridotti alla fame, nel 1384 si levarono in armi contro il vescovo. Impossibilitati a resistere al battagliero vescovo, che non voleva perdere il dominio sulla città, gli eugubini si "consegnarono" spontaneamente ai Montefeltro, duchi di Urbino, perdendo così il titolo di libero comune, ma ottenendo un lungo periodo di tranquillità. I Montefeltro, signori amanti dell'arte, restituirono a Gubbio i privilegi e gli ordinamenti civili, la città tornò così a fiorire culturalmente e artisticamente; in quel periodo fu ricostruito il Palazzo dei Consoli. Salvo brevi interruzioni per le signorie dei Malatesta e di Cesare Borgia, la città rimase ai Montefeltro fino al 1508 quando subentrarono, nel dominio della città, i Della Rovere, che lo tennero fino al 1631 quando, con la morte di Francesco Maria II Della Rovere, ultimo erede della casata, tutti i beni e tutti i feudi passarono, come da volontà testamentaria, allo stato pontificio. Regno d'Italia Nel 1860 Gubbio fu annessa al Regno d'Italia e, per effetto del decreto Minghetti, il 22 dicembre 1860 fu distaccata dalle Marche e aggregata all'Umbria, distaccandola dalla Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro e aggregandola alla neo-costituita Provincia di Perugia. A seguito della depressione economica del 1873-1895, conseguente alla crisi agraria che si ebbe in Italia verso il 1880, numerosi abitanti emigrarono alla ricerca di lavoro e migliori condizioni di vita. Tale fenomeno è continuato per circa un secolo, in varie ondate condizionate dalla prima e dalla seconda guerra mondiale, per esaurirsi negli anni settanta. Le mete furono essenzialmente i paesi europei, quali ad esempio Lussemburgo, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, i paesi dell'America del Nord (Canada e Stati Uniti) e dell'America del Sud (Argentina e Brasile), e anche Sudafrica e Australia. Durante la seconda guerra mondiale, il 22 giugno 1944, a seguito dell'assassinio di un ufficiale medico germanico e del ferimento di un altro in un bar cittadino, i tedeschi attuarono una feroce rappresaglia, rastrellando e successivamente trucidando, a colpi di mitragliatrice, 40 cittadini innocenti, nei pressi della chiesa della Madonna del Prato, dove oggi un mausoleo ricorda i "40 martiri". Inoltre, per circa trenta giorni, fino al 25 luglio 1944, giorno della liberazione, la città fu duramente bombardata dalle artiglierie tedesche che, dai monti circostanti, battevano la vallata per contrastare l'avanzata delle truppe di liberazione.